Campane sistema friulano

TECNICA DI SUONO A SLANCIO

Il sistema di suono così detto “slancio friulano” nasce come variante alla tecnica della classica suonata a slancio. La caratteristica fondamentale che lo differenzia è il fatto che tutte le campane di un singolo concerto possiedono lo stesso periodo di oscillazione. Per garantire ciò, la distanza tra la bocca della campana e l’asse di rotazione deve essere costante.

L’egual periodo di oscillazione permette la suonata del dopli (in italiano doppio), che consiste nella successione precisa in sequenza delle campane di un concerto. Storicamente non è ancora certo il periodo in cui questa particolare tecnica si sia sviluppata, ma sicuramente essa si è diffusa su tutto il territorio friulano, goriziano (e triestino), in parte veneto e slavo conseguentemente allo sviluppo dei concerti campanari: il dopli infatti richiede l’uso di più campane.

Il concerto tipico friulano prevede 3 campane, nella quasi totalità dei casi in scala diatonica (es. Do – Re – Mi), dove quella che ha il suono più grave sarà la grande, quella dal suono più alto la pizzule (la piccola) e quella intermedia la miezzane (la mezzana). Esistono anche diversi concerti  a 4 campane (sempre in scala diatonica maggiore), molto rari quelli a 5 (come il caso del Duomo di Udine). 

Nominando con il numero 1 la campana piccola, con il 2 la mezzana e con il 3 la grande, il dopli risulterà dalla seguente sequenza: 1-2-3, 1-2-3, 1-2-3, 1-2-3,…. Variando il numero di campane, la regola fondamentale di tale suonata resta sempre quella che la campana dal suono più grave è sempre l’ultima della sequenza. Naturalmente esiste una variante al dopli, usata in diverse zone soprattutto per annunciare riti funebri; qui la sequenza si modifica diventando: 2-1-3, 2-1-3, 2-1-3…

Caratteristica delle campane di un concerto friulano è il batacchio molto lungo, che permette una minore ampiezza di oscillazione, ciò a vantaggio statico della struttura del campanile e alla resa sonora (il batacchio si stacca subito dalla campana dopo il colpo).

LO SCAMPANIO MANUALE (SCAMPANOTADE)

Questa singolare e unica tecnica di suono si è sviluppata in Friuli soprattutto dopo la diffusione di concerti con più di 2 campane. Sostanzialmente essa consiste nel muovere a slancio la campana maggiore del concerto e contemporaneamente suonare manualmente le altre due ferme, inserendo 3 o più colpi tra le battute della campana in movimento. La quantità di colpi che si danno alle campane ferme dipende dal ritmo della campana in movimento e dalla bravura dello scampanotador.

Per esercitare il colpo sulle campane ferme si lega il batacchio con una catena metallica in modo da renderlo solidale ad un braccio del cerchio di azionamento della campana stessa, e contemporaneamente mantenerlo a pochi centimetri dal suo punto di battuta sulla campana. Un tempo, quando si usavano strumenti più poveri, si legavano i batacchi con semplici corde o funi.

Questa tecnica rimane pressoché la stessa al variare delle zone e dei paesi. Fa eccezione la zona delle valli del Natisone, dove si fa percuotere il batacchio anche in un punto molto alto della campana, oltre che nel classico punto di battuta; in genere sono batacchi molto lunghi e facilmente manovrabili per tale tecnica.

Sempre nella zona della valli del Natisone è usuale percuotere i sacri bronzi con martelli di legno (essenze dure come acacia, quercia, castagno) facendo sì che i suoni prodotti escano alterati, creando variazioni alle note principali delle campane.


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